Rhynchocyon chrysopygus (Günther, 1881)
RHYNCHOCYON CHRYSOPYGUS
NOME
Toporagno elefante dal dorso dorato
DESCRIZIONE
Il toporagno elefante dal dorso dorato è endemico del Kenya e popola piccoli frammenti di foresta nell’entroterra di Mombasa (sul lato nord del fiume Kombeni vicino alle colline di Rabai), nelle aree a nord della foresta Arabuko-Sokoke, nei pressi del lato meridionale del fiume Tana ( Corbet and Hanks 1968; Rathbun 1979a, b; FitzGibbon 1994; Adange et al. 2010). Mentre in passato si è registrata la presenza di questa specie da Mombasa, verso nord, fino alla foresta Arabuko Sokoke, dati recenti hanno scoperto la presenza di una nuova popolazione nella foresta di Boni-Dodori (Andanje et al 2010, Amin et al 2014 e 2016), nella parte nord-est del Kenya.
Il toporagno elefante dal dorso dorato ha le dimensioni di un piccolo coniglio (circa 28 cm di lunghezza, esclusa la coda, per circa 500 g di peso) ed è ricoperto da una pelliccia bruno-scura, tranne che sui quarti posteriori, dove assume una colorazione dorata. Presenta un caratteristico muso appuntito. Vive nelle foreste, nei boschi fitti e in habitat boschivi con un ricco sottobosco. È una specie monogama, con abitudini prevalentemente diurne e terricole (Rathbun 1979a). Trascorre la notte in tane scavate estemporaneamente e ricoperte di foglie secche (FitzGibbon e Rathbun 1994). Si riproduce ogni 2-3 mesi circa. Le femmine, dopo una gestazione di circa 40 giorni danno alla luce un solo piccolo, che trascorre le prime due settimane di vita nascosto nella tana. Trascorso questo periodo, i piccoli diventano in breve tempo indipendenti, anche se generalmente rimangono nel territorio dei genitori per altre 5-20 settimane. L’aspettativa di vita di questa specie è di 4-5 anni. Tra i predatori del toporagno elefante si annoverano uccelli rapaci del genere Circus e alcune specie di serpenti, quali Dendroaspis polylepis e Naja melanoleuca.
HABITAT/ALIMENTAZIONE
Si nutre di piccoli invertebrati con una predilezione per vermi, millepiedi, scarafaggi e termiti che scova frugando il suolo con il suo lungo naso e scavando buche con le zampe.
La specie ha un rapporto di commensalismo con il tordo pettirosso del Natal (Cossypha natalensis) che segue il Rhynchocyon chrysopygus nutrendosi dei piccoli invertebrati che questi riporta alla luce. Questo mammifero si potrebbe considerare un mix tra un formichiere ed un’antilope in miniatura (Rathbun 1979a).
La densità di popolazione nella foresta Arabuko-Sokoke è diminuita del 30% circa tra il 1993 e il 1996, passando da circa 20.000 a 14.000 esemplari (Bauer 1996, FitzGibbon 1994) e tra il 1996 e il 2008 potrebbe essersi verificata un’ulteriore riduzione del 9% (Ngaruiya 2009). Il problema principale nella zona sono i cani, che nonostante siano tenuti in recinto, predano la specie, tanto che nella zona nel 2008 la popolazione stimata era di 20 esemplari (Ngaruiya 2009).
MOTIVO PERICOLO
La principale minaccia per questa specie è probabilmente la perdita dell’habitat (Rathbun e Kyalo 2000), causata della bonifica di macchia e boschi. Molte delle foreste sono state gravemente danneggiate con l’abbattimento degli alberi e dalla raccolta del legname. I confini delle zone boschive sono stati erosi dall’invasione agricola e dai continui roghi. La perdita dell’habitat non si traduce solo in una riduzione della distribuzione della popolazione, ma fa anche aumentare l’isolamento dei piccoli gruppi rimasti. Le popolazioni stanziate all’interno della foresta Arabuko-Sokoke soffrono della mancanza di sufficiente sottobosco da utilizzare come riparo per la notte, nonchè della carenza di tronchi cavi, utilizzati come rifugio e tana (FitzGibbon 1994, Bauer 1996, Rathbun e Kyalo 2000, Ngaruiya 2009). Inoltre, il disboscamento rappresenta una minaccia anche per l’alimentazione, perché porta alla scomparsa di molti insetti, fonte principale della loro dieta. Un’altra minaccia, già citata è il fenomeno di predazione da parte dei cani domestici nei pressi delle aree abitate (FitzGibbon 1994).
Ulteriori minacce sono il progetto infrastrutturale governativo noto come LAPSSET, che propone la costruzione di strutture ricettive, reti di trasporto e ulteriori opere nell’area, nonchée un progetto di estrazione petrolifera nella zona di Arabuko Sokoke. Si prevede che entrambi questi interventi causeranno un rapido declino della qualità e delle dimensioni dell’habitat, attivando un potenziale effetto a catena: si verranno a creare insediamenti umani, aumenterà la mortalità degli animali per la presenza delle strade e di altre minacce e, non da ultimo, sarà causa di aumento dell’inquinamento.