LEKORU

Independent Curatorial Project

Dipodomys ingens (Merriam, 1904)

DIPODOMYS INGENS

Dipodomys ingens – © Mark A. Chappell

NOME

Dipodomys ingens, “ratto canguro gigante”

DESCRIZIONE

Il ratto canguro gigante è la più grande di oltre 20 specie di topi canguro. È membro della famiglia dei roditori e misura circa 15 cm di lunghezza, compresa la coda. È di colore marrone chiaro o marrone. Ha testa e occhi grandi,  e zampe posteriori lunghe e forti con le quali salta e corre velocemente.

La stagione riproduttiva può estendersi all’incirca da gennaio a maggio (Williams e Kilburn 1991), e la gestazione dura circa un mese. La cucciolata va dai tre ai sei piccoli (Biosystems Analysis 1989) e i piccoli vengono svezzati a quattro settimane (Matthews e Moseley 1990).

HABITAT/ALIMENTAZIONE

La specie è endemica della California, dove è confinata in una stretta striscia lungo il confine sud-occidentale della valle di San Joaquin e in alcune valli più a ovest, tra cui la pianura di Carrizo ed Elkhorn e la valle superiore di Cuyama, con colonie sparse nel Ciervo, Kettleman, Panoche e Turney Hills, e nella Panoche Valley (Grinnell 1922, Hall 1981, Williams e Kilburn 1991, Williams et al. 1993). La sua portata altimetrica si estende sino a circa 868 m slm.

Le enormi colonie di questa specie descritte nella letteratura storica non esistono più. L’habitat attuale comprende solo circa l’1,8% dell’habitat storico (Williams 1992, USFWS 1998). La distribuzione esistente comprende più di 100 popolazioni più o meno distinte, che rappresentano frammenti di una distribuzione precedentemente più continua.

La dimensione totale della popolazione adulta è sconosciuta, ma probabilmente supera i 100.000 esemplari. La dimensione della popolazione adulta varia sostanzialmente a seconda della siccità e della produttività delle piante (USFWS 1998).

L’habitat è costituito da pianure dolcemente digradanti e pianeggianti. La specie occupa aree con scarsa copertura vegetativa e suoli ben drenati, con pendenza generalmente inferiore al 9% (Williams e Kilburn 1991) (a volte fino al 22%; USFWS 1998), spesso si stanzia in aree fortemente pascolate da bovini e ovini (Williams e Kilburn 1991). Preferiscono pendenze semi-aride e prive di cespugli, con terreni sabbiosi. 

A riposo, si rifugiano in tane sotterranee. Se vi sono colonie stanziate su terreni incolti, possono colonizzare nuovamente campi di grano in terre aride che si trovano nelle vicinanze (Williams e Kilburn 1991).

Questa specie è sostanzialmente solitaria e territoriale.

I ratti canguro gigante si nutrono di semi, in particolare quelli di Lepidium nitidum, oenothera, Bromus rubens e Erodium cicutarium, vegetazione erbacea verde e occasionalmente insetti. In alcune località, questi esemplari raccolgono l’erba secca in covoni, rimuovendone i semi per conservarli nelle tane sotterranee. Inoltre, seppelliscono temporaneamente i semi nel terreno prima di riporli nelle tane. In primavera ed estate, trascorrono poco meno di due ore a notte fuori dalle tane, alla ricerca di cibo in primavera-estate (Braun 1985).

MOTIVO PERICOLO

Il declino è in gran parte dovuto alla conversione dell’habitat all’uso agricolo e industriale (ad esempio esplorazione ed estrazione di petrolio), e all’urbanizzazione. Inoltre, le popolazioni vengono ridotte ed addirittura estirpate a causa dell’uso di rodenticidi (utilizzate, in realtà, per lo scoiattolo terrestre della California) (Williams 1992, USFWS 1998).

Anche il pascolo eccessivo del bestiame potrebbe aver contribuito al declino di questa specie in alcune aree (il bestiame potrebbe schiacciare le tane vicino alla superficie e competere per il cibo con i ratti canguro) (vedi USFWS 1998).

Più recentemente, la conversione dell’habitat in usi agricoli ha subito un sostanziale rallentamento, ma gli sviluppi urbani e industriali, l’esplorazione e l’estrazione di petrolio e minerali, i nuovi impianti di trasporto di energia e acqua e la costruzione di infrastrutture di comunicazione e trasporto continuano a distruggere l’habitat e aumentare le minacce, riducendo e frammentando ulteriormente le popolazioni (USFWS 1998).

IUCN: CR – endangered – POPULATION TREND: Decreasing